Montare una tenda e navigare su internet. Rammendare un paio di calzini e diventare un capo pattuglia. In marcia verso nuove avventure e orizzonti da scoprire, diversità da apprezzare, cavandosela da soli. Perché ‘si impara facendo’ e ‘buoni cittadini’, ma anche ‘cittadini del mondo’ impegnati nella vita del proprio paese in nome della ‘fratellanza dei popoli’, si diventa.
Sono gli ‘scout’ del nuovo millennio, la cui filosofia a più di cento anni dalla fondazione del movimento, creato nel 1907 dal visionario Baden-Powell, è di grande attualità. Perché il modello educativo di ‘guide ed esploratori’ risponde al disagio dei giovani di oggi ridimensionando in modo fortemente terapeutico gli eccessi della società contemporanea. E infatti i boy e le girl scout progressivamente aumentano, in barba alla crescita demografica del nostro Paese. Ed intorno ad un fuoco guardano a nuovi orizzonti e volano dall’ Islam all’ esperanto.
GLI SCOUT IN ITALIA
Sono quaranta milioni in tutto il mondo. In Italia se ne contano circa duecentomila, radunati in oltre venti associazioni. “Negli ultimi tre anni abbiamo cominciato a risalire la china, anche perchè stiamo facendo una revisione: riadattare lo spirito del fondatore ai tempi moderni. E così siamo cresciuti con un ritmo del 5% annuo”, ha spiegato Sergio Fiorenza, capo scout della Cngei, ‘Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani’ che al momento conta circa 12mila iscritti.