Greenpeace, nuovo rapporto rivela allarme pesticidi killer delle api

Greenpeace, tramite il rapporto Eden Tossico, ha deciso di lanciare un nuovo allarme: il 79% delle piante ornamentali sono infestate da pesticidi killer delle api.

Come se non bastasse, alcune delle sostanze rintracciate sono risultate anche illegali in Europa. Quindi, la domanda sorge spontanea: Come è possibile che sostanze vietate vengano, invece ampiamente utilizzate?

Greenpeace, da sempre in prima linea con indagini e rapporti,  si è dunque lanciata in una ulteriore battaglia contro l’ampio utilizzo di pesticidi, insetticidi, erbicidi e fungicidi che infestano il 98% dei campioni analizzati e che fanno riferimento a piante acquistate in negozi di giardinaggio, fai da te e supermercati di circa dieci Paesi europei.

Tra le oltre 35 varietà di piante analizzate, ne vengono menzionate alcune che sono, forse, più conosciute:

la viola;

la campanula;

la lavanda.

Queste tre varietà hanno in comune la caratteristica di attirare le api. E molti di essi presentano un mix di pesticidi diversi molto pericolosi per la sopravvivenza di questi insetti.

Risulta interessante notare che, tra i pesticidi rilevati, risultano esserci anche quelli scientificamente denominati “neonicotinoidi”, il cui utilizzo è stato bandito dall’Unione europea, proprio per evitare di danneggiare le api.

In altri casi, fanno sapere da Greenpeace, sono stati rinvenuti tracce di “imidacloprid” (nel 43% dei campioni), “thiamethoxam” (nell’8%) e “clothianidin” (nel 7%).

Da questo rapporto si evince che, con molta probabilità, i fiori sui balconi o nei giardini contengono pesticidi tossici.

Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia ha sottolineato:

Finché si continueranno a utilizzare pesticidi killer delle api per la coltivazione di piante e fiori, tutti noi possiamo essere complici inconsapevoli di una contaminazione ambientale che mette a rischio le api.

Occorre, senza ombra di dubbio, maggiore rigore nel sistema di monitoraggio e cercare di sviluppare una più ampia consapevolezza in coloro che appartengono alla filiera del settore. L’obiettivo deve essere quello di garantire ambienti salubri in cui, a tutto l’ecosistema, possa essere garantita la sopravvivenza. In attesa di ulteriori severe condanne, circa 20 attivisti di Greenpeace hanno affisso, per protesta, uno striscione di fronte alla sede della Bayer, a Leverkusen (Germania), con disegnate due api che, simbolicamente affermano: “Bayer: smettila di ucciderci“.

Foto | Greenpeace

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