Ecobot: il robot che trasforma i rifiuti in energia

di Redazione 116 views0

Oggi come oggi tutte le città si impegnano a portare avanti la raccolta differenziata, ma per molti risulta ancora molto difficile. Tra i principali motivi, c’è anche il fatto che tenere diversi cestini in casa per raccogliere i diversi materiali, richiede anche molto spazio, ma è tutta questione di abitudine.

Dall’Università di Bristol arriva quella che parzialmente potrebbe rivelarsi la soluzione a questo problema. Parzialmente, perché oltre a questo beneficio, se ne presentano di altri. Si tratta di Ecobot III, il 3 equivale ad un prototipo di terza generazione, al quale da anni ormai gli studiosi dell’Università lavorano per risolvere il problema dello smaltimento del materiale organico.

Questo nuovo robot si alimenta, letteralmente, dei rifiuti organici, che solitamente, non potendoli riciclare, finiscono nelle discariche. Dopo averli “mangiati”, il robot produce energia elettrica, quindi doppio beneficio: smaltimento ed energia, che potrebbe essere riutilizzata sempre dentro casa, magari per gli altri robot domestici. In questo modo sparirebbe il cassonetto per l’umido ed in casa ci sarebbe più spazio ed energia più pulita.

Ancora, ovviamente, si tratta di un prototipo, che però promette particolarmente bene. Non ci sono batterie da ricaricare, è alimentato da celle a combustibile microbiche, sempre sviluppate dall’Università di Bristol fin dal 2002. Inizialmente, con la prima generazione, Ecobot si alimentava con lo zucchero per generare energia elettrica, con il secondo invece l’evoluzione l’ha portato a consumare biomassa non raffinata, quindi frutta marcia o gusci di crostacei. Con la terza generazione ci troviamo di fronte ad un modello ben più sofisticato, che è in grado di reperire la sua “ricarica” energetica ovunque, poiché il materiale organico è presente dappertutto. Ovviamente, alimentandosi di rifiuti, Ecobot non può smaltirli tutti, gli scarti però finiscono in una cassetta. Ancora c’è molto lavoro da svolgere, trattandosi di un prototipo, ma come molti altri progetti passati e presenti, potrebbe finalmente trovare una strada per entrare a far parte effettivamente del nostro quotidiano.

 

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