Latte crudo alla spina, on line la mappa dei distributori in Italia

Lo abbiamo visto nei distributori automatici di latte, che si sono diffusi un po’ in tutta Italia. Costa meno ed è più buono. Il “latte crudo” è latte allo stato naturale, così com’ è prodotto dalla mucca, prima ancora che essa venga pastorizzato e impacchettato. È latte che non ha subito trattamenti termici: è quindi latte intero, che mantiene intatte le proprie proteine. In più, consente di produrre meno rifiuti. Basta una bottiglia di vetro, da riutilizzare tutte le volte che si vuole.
Nel corso del dicembre 2008 il latte crudo è stato oggetto di una campagna allarmistica da parte dei media su tutto il territorio nazionale. Ecco qui tutte le informazioni necessarie per orientarsi.

Pannolini lavabili, un modo ecologico e conveniente per il benessere del bimbo e dell’ ambiente

 Ultimamente sul mercato si stanno diffondendo i pannolini lavabili (o pannolini ecologici), che consentono alla pelle del bambino di non irritarsi ed, in più, di risparmiare tonnellate di rifiuti ogni anno.
I pannolini lavabili sono costituiti da fibre naturalmente assorbenti che garantiscono la traspirazione. In questo modo la pelle dei bimbi non resta a contatto con la plastica e con i componenti chimici utilizzati negli usa e getta per garantire la massima assorbenza. Il risultato? Una diminuzione dei casi di irritazione da pannolino.
Ogni bambino cambia 6000 pannolini usa e getta nei suoi primi 3 anni di vita. Questi si trasformano in una tonnellata di rifiuti indifferenziabili, il 10 % di tutti i rifiuti urbani, che necessitano di 500 anni per decomporsi. In più, i circa 6000 pannolini che si usano nei primi tre anni di vita del bambino ci fanno spendere dai 1500 ai 2000 euro, a seconda del modello scelto. E nel caso in cui si decidesse di avere un altro bambino? Con i pannolini ecologici, la spesa sarà uguale a zero…
Ecco qui una piccola guida ai modelli disponibili, come usarli e dove trovarli.

Azioni animaliste: 20 molotov sullo Zoom di Torino, 40 volatili scomparsi

 La notizia rriva da La Repubblica: il 25 febbraio un incendio di origine dolosa ha distrutto le voliere del parco naturale di Cumiana, nel torinese, facendo perdere le tracce di 40 uccelli rapaci. L’ azione, per la quale sono state utilizzate 20 molotov, sarebbe stata rivendicata dall’ Animal Liberation Front: “Questo è per gli animali imprigionati” è la scritta trovata dai carabinieri che indagano sul rogo.
I volatili coinvolti sono poiane, falchi e gufi. Liberi di giorno, la notte questi rapaci vengono ricoverati in apposite voliere e trespoli. Le cariche incendiarie, bottiglie da 1 litro e mezzo di benzina innescate da zampironi collegati a fiammiferi e tavolette di diavolina per caminetto, hanno dato fuoco anche ad un capannone e all’ ingresso degli uffici del parco. Un principio di incendio si è avuto anche nella casetta di uno dei guardiani. I danni, secondo una prima stima della proprietà, ammonterebbero a 700-800 mila euro.

Nucleare: in Germania si spegne il reattore di Biblis, ma il piano di dismissione di tutti gli impianti è a rischio

 Si spegne in Germania il reattore nucleare più vecchio del Paese ma, se i conservatori della cancelliera Angela Merkel (Cdu) vinceranno le prossime elezioni, con tutta probabilità il nuovo governo riprenderà la strada dell’ energia atomica abbandonata ai tempi dell’ ex cancelliere Gerhard Schroeder: nel frattempo, i grandi gruppi tedeschi vanno all’ estero in cerca di alleanze. Durante il governo Schroeder, infatti, è stato deciso che la Germania – che ha ancora 17 impianti attivi – uscirà completamente dal nucleare entro il 2021. L’Esecutivo della Merkel ha mantenuto il piano, ma le cose potrebbero cambiare radicalmente dopo le politiche di settembre se il nuovo governo vedrà i socialdemocratici (Spd) – contrari a questa forma di energia – in minoranza. Dalla fine della scorsa settimana, intanto, la regione Assia si trova senza energia atomica.Venerdì scorso, infatti, le autorità hanno spento il reattore A dell’ impianto di Biblis, il più vecchio del Paese, costruito nel 1974, dopo avere chiuso il reattore B (del 1976) il mese scorso.

SOS tartarughe marine. Nei porti italiani sempre più Caretta caretta ritrovate morte

 La scorsa settimana una tartaruga marina è stata ritrovata morta dai carabinieri di Napoli, incastrata tra gli scogli del lungomare Caracciolo. L’ intervento dell’unità dei sommozzatori ha consentito il recupero dell’ animale, che è stato poi portato alla vicina Stazione zoologica “Anton Dohrn“. La tartaruga, una femmina del tipo Caretta caretta, era un esemplare adulto di grandi dimensioni e, da un primo esame effettuato dai ricercatori, potrebbe essere morto per annegamento dopo essersi impigliato in una rete da pesca.Le buone condizioni della tartaruga – hanno spiegato alla stazione zoologica – non fanno pensare ad una morte dovuta a malattie o all’inquinamento marino“. Del resto, sottolineano alla stazione zoologica, sono tante le tartarughe vittime di errati comportamenti dell’ uomo. “E’ probabile che la tartaruga sia stata buttata in mare dai pescatori – spiegano i ricercatori – mentre altri ci avvisano consentendoci di tentare il recupero dell’animale“.

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