Bombe di semi

di Redazione 432 views0

 Le bombe di semi sono delle vere e proprie bombe fatte di materiale organico contenente dei semi da lanciare in spazi di terra abbandonati al degrado, specialmente urbano, per farli tornare a fiorire.
Il termine “granata di semi”, o “bomba di semi” fu usato per la prima volta nel 1973 da Liz Christy leader e promotrice del movimento “Guerriglia Verde”. Le prime bombe di semi erano fatte con preservativi riempiti di terra e semi di piante erbacee locali e acqua e venivano gettate in spazi di terra abbandonati al degrado di New York City per abbellire il quartiere. Le bombe di semi hanno di fatto dato inizio al movimento di “Guerriglia Verde”.

Molto usate in Africa
I primi documenti di rimboschimento aereo tramite il lancio di bombe di semi risalgono al 1930, quando gli aerei venivano usati per lanciare dei semi in determinati luoghi montani inaccessibili di Honolulu devastati dagli incendi. Le bombe di semi sono molto usate in Africa dove vengono lanciate in terreni aridi o erbosi.

Materiale biodegradabile
Oggi le bombe di semi non sono più fatte con i preservativi, ma sono di materiale biodegradabile fatto anche a forma di granata pieno di terra e semi. Il contenitore si scioglie mentre le piante crescono fornendo loro nutrimento. Le bombe di semi vengono di solito lanciate in grande quantità su un terreno che alla crescita delle piante, dopo circa un mese o poco più, diventerà uno splendido giardino.

L’HARP
Nel 1987 Lynn Garrison ideò l’HARP ( Haitian Aerial Reforestation Project) mediante il quale tonnellate di semi vengono lanciate da aerei appositamente modificati. I semi sono incapsulati in materiale assorbente che contiene del fertilizzante, un repellente per animali e insetti oltre che ai semi. I semi sono inumiditi qualche giorno prima di essere lanciati per favorire la germinazione. In questo modo tonnellate di semi possono essere lanciati nelle aree di montagna inaccessibili alla piantagione manuale.

In Italia
Le bombe di semi stanno diventando popolari ora anche in Italia nei movimenti ambientalisti grazie anche all’interesse di singoli individui e di alcune associazioni.

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