Decreto Ronchi sull’acqua, via libera dal CdM. Tremonti: il referendum è falso

di Redazione 31 views0

Via libera del Consiglio dei ministri al regolamento dei servizi pubblici locali. Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri sottolineando che il testo “completa il decreto Ronchi con l’attuazione della liberalizzazione dei servizi pubblici locali come l’acqua, i rifiuti, il trasporto pubblico locale“. Nel regolamento, ha spiegato, verranno stabilité anche le modalità di gara e a vigilare ci sarà anche un’autorità terza.

TREMONTI: IL REFERENDUM E’ FALSO
L’acqua appartiene al popolo“, ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, aggiungendo che “la direttiva è applicazione di un trattato. Sulla materia dei trattati non ci può essere referendum abrogativo“. In ogni caso “il referendum è falso come contenuto ideologico, non è cristallino come l’acqua“, ha concluso Tremonti.

LE FIRME DEL REFERENDUM RACCOLTE SULLE BUGIE?
Le firme raccolte per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua sono “un milione e quattrocento mila firme raccolte su una bugia“. Lo ha detto il ministro per le Politiche Ue Andrea Ronchi nella conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato il regolamento sui servizi pubblici locali che, dice il ministro, di fatto “rafforza il concetto dell’acqua pubblica

L’ACQUA E’ PUBBLICA
Il ministero dell’Ambiente ribadisce che l’acqua è e resta un bene pubblico. E nessuna norma dice il contrario“, nemmeno quanto contenuto nell’ articolo 5 del decreto. A dirlo Michele Corradino, capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente, nel corso della presentazione della ‘Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici’ per l’anno 2009 redatta dalla Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche (Conviri), oggi a Roma. L’acqua, spiega Corradino, è “da sempre al centro di un dibattito forte“. Sicuramente, “l’accesso è un diritto universale di tutti gli esseri umani“. Ma proprio “l‘ indiscussa natura pubblica dell’acqua – aggiunge il funzionario del ministero – impone una sua regolamentazione quale bene economico prezioso“.

RELAZIONE ANNUALE AL PARLAMENTO
Nei prossimi vent’anni occorre investire sui servizi idrici italiani “da 50 a 60 miliardi di euro. Il costo medio per i cittadini è meno di 100 euro all’anno per persona, assai meno di quanto spendono i nostri colleghi europei. Gli investimenti sono necessari anche per eliminare le perdite che oggi disperdono una parte rilevantedelle risorse disponibili“. Questo quanto si afferma nella ‘Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici’ della Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche(CoNViRI). La Relazione rappresenta un quadro in cui “a fronte di un generale miglioramento conseguente alla applicazione della legge di riforma del 1994, permangono numerose zone d’ombra. Infatti spesso la pianificazione degli interventi necessari a raggiungere una buona qualità del servizio ai cittadini è inadeguata e vengono meno le condizioni di finanziabilità degli investimenti previsti, che vengono realizzati solo in parte“. “Ciò comprensibilmente determina insoddisfazione dei cittadini che lamentano squilibrio tra le bollette pagate e il servizio ricevuto. Per di più oltre un terzo della popolazione si ritrova ancora nella situazione antecedente la riforma, con le vecchie regole e le vecchie gestioni e senza mezzi finanziari“. Infine, “occorre che i cittadini raggiungano la fiducia di un giusto ritorno di quanto pagano e che a tale fine siano ben informati sulle ragioni delle decisioni e sulle aspettative di miglioramento“.

IL GOVERNO PRIVATIZZA
“Il governo è senza ragioni, ed è costretto ad usare la forza. Non hanno lasciato passare neppure una settimana per dire cosa intendono per democrazia“. Così il Forum italiano dei movimenti per l’acqua risponde al ministro dell’Economia Giulio Tremonti a proposito del Referendum. “In un milione e 400.000 cittadini – prosegue il Forum – firmano i tre Referendum per l’acqua e il governo risponde insultandoli e procedendo nell’attuazione dei decreti di privatizzazione”.

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