Biodegradabilità: quanto ci mette l’ambiente a smaltire i rifiuti?

di Redazione 2.945 views2

 La biodegradabilità è una proprietà delle sostanze organiche e di alcuni composti sintetici di essere decomposti dalla natura, o meglio, dai batteri saprofiti. Questa proprietà permette il regolare mantenimento dell’ equilibrio ecologico del pianeta.

COME AVVIENE LA BIO-DEGRADAZIONE
Una sostanza decomponibile viene attaccata da alcuni batteri che ne estraggono gli enzimi necessari alla decomposizione in prodotti semplici, dopodiché l’ elemento viene assorbito completamente nel terreno. Una sostanza non decomponibile (o decomponibile a lungo termine), rimane nel terreno senza venire assorbita, provoca inquinamento e favorisce diverse problematiche ambientali.

CONDIZIONI PER LA BIODEGRADABILITA’
Perché un composto possa essere considerato biodegradabile è necessario che in natura esista un batterio in grado di decomporre il materiale.
Tutti i composti organici naturali, come la carta, sono facilmente decomponibili; invece, tutti i prodotti sintetici moderni (esclusi alcuni speciali, come la bioplastica) non possono essere decomposti dalla natura, poiché nessun batterio è capace di elaborare un enzima che semplifichi il materiale.

L’ INQUINAMENTO
Un materiale non biodegradabile non viene assorbito dal terreno e rimane identico nel tempo, quindi contribuisce all’ inquinamento della zona dove si trova; ma tuttavia, non tutti i composti non biodegradabili sono pericolosi: esistono tipi di composto che non danneggiano la vita dell’ ecosistema, e che quindi lasciano immutata la situazione.

SOSTANZE NON BIODEGRADABILI
Le sostanze non biodegradabili più comuni sono la plastica, che è formata dal carbonio, l’ idrogeno e l’ ossigeno: questi elementi sarebbero decomponibili, ma, dalla loro unione, si è formata una molecola troppo complessa per essere decomposta in natura. La categoria di materiali meno decomponibili è composta dagli idrocarburi clorurati, che sono formati da molecole troppe complicate.

IL PROBLEMA AMBIENTALE
La biodegradabilità dei composti sta diventando un problema, poiché la maggior parte degli oggetti che utilizziamo ogni giorno, è formata da materiali che contengono materiali non decomponibili. Molti stati stanno lavorando su questo problema, ma attualmente non si è ancora giunti ad una soluzione utilizzabile, se non la sostituzione della plastica con altri materiali biodegradabili.

LA BIODEGRADABILITA’ DEI NOSTRI RIFIUTI
Prima di abbandonare un rifiuto, dovremmo pensare a quanto tempo l’ ambiente impiegherà a decomporlo:
– Scatoletta di metallo: 50 anni
– Lattina di alluminio: da 20 a 100 anni
– Mozziconi e sigarette: da 3 mesi a 1 anno
– Accendino di plastica: 100 anni
– Bottiglia di vetro: 4000 anni
– Contenitore di polistirolo: 1000 anni
– Card plastificata o telefonica: 1000 anni
– Sacchetto di plastica: da 100 a 1000 anni
– Resti di frutta e verdura: da 3 mesi a 6 mesi
– Pannolini usa e getta: 450 anni
– Piatti, bicchieri e accessori di plastica: da 100 a 1000 anni
– Bottiglie di plastica: da 100 a 1000 anni
– Fermalattine: 450 anni
– Giornali e quotidiani: da 3 a 6 mesi

Commenti (2)

  1. grazie mille!!! mi siete veramente d’aiuto!!!

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