L’ isola di Pasqua: un monito per il pianeta

 Il destino dell’ isola di Pasqua può essere considerato un esempio emblematico e particolarmente crudo di ciò che potrebbe accadere quando l’ economia umana si espande a dispetto dei propri limiti.

LA STORIA DELL’ ISOLA DI PASQUA
L’ Isola di Pasqua è stato uno degli ultimi luoghi della Terra ad essere colonizzato dagli esseri umani. Raggiunta per la prima volta dai Polinesiani 1500 anni fa, questa piccola isola posta a 3700km dalla costa occidentale dell’ America del Sud ha ospitato una sofisticata società agricola.
Aveva un clima semiarido, mitigato però da una fitta foresta che intrappolava e tratteneva l’ acqua. I suoi 7000 abitanti coltivavano la terra e allevavano polli, pescavano e vivevano in piccoli villaggi. Furono loro a scolpire le grandi statue di pietra che oggi possiamo ammirare: alte fino a otto metri, esse venivano trasportate attraverso l’ isola fino ai luoghi cerimoniali facendole rotolare sui tronchi d’ albero.
Quando l’ ammiraglio olandese Roggeveen vi giunse la domenica di Pasqua del 1722, queste statue, chiamate Ahu, erano gli unici resti di una fiorente civiltà scomparsa in pochi decenni.

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