Gli effetti dell’aumento della temperatura media nel mondo

Una ricerca congiunta delle Università di Padova e Losanna evidenzia come un aumento di soli 2°C della temperatura media possa raddoppiare la frequenza degli eventi meteorologici estremi estivi, come le “bombe d’acqua”, sulle Alpi. Lo studio, basato sull’analisi dei dati di quasi 300 stazioni meteorologiche alpine, mostra come le precipitazioni intense e di breve durata rappresentino una minaccia crescente per la regione.

temperatura media

Cosa comporta l’aumento della temperatura media

Questi eventi, caratterizzati da enormi quantità di pioggia in pochi minuti o ore, sono capaci di provocare danni devastanti e mettere a rischio vite umane. L’esempio citato è quello delle Marche nel settembre 2022, dove oltre 100 millimetri di pioggia in un’ora causarono 13 vittime e 2 miliardi di euro di danni. La vulnerabilità delle Alpi è accentuata dal fatto che le temperature in questa regione stanno aumentando più velocemente della media globale.

La relazione tra riscaldamento e intensità delle piogge è chiara: l’aria più calda trattiene maggiore umidità (circa il 7% in più per ogni grado di aumento) e l’attività temporalesca si intensifica con l’innalzamento delle temperature. Lo studio si è focalizzato sui dati di piogge record (durata da 10 minuti a un’ora) e le temperature associate tra il 1991 e il 2020 in Svizzera, Germania, Austria, Francia e Italia.

Attraverso un modello statistico che lega temperatura e frequenza delle piogge, i ricercatori hanno simulato la futura incidenza di questi fenomeni estremi. I risultati sono alquanto allarmanti, infatti ciò che oggi si verifica ogni cinquant’anni, con un aumento di 2°C, potrebbe accadere ogni 25 anni. In realtà il problema potrebbe aggravarsi anche con un incremento medio di solo 1°C delle temperature locali, uno scenario ritenuto probabile nei prossimi decenni.

Francesco Marra, ricercatore all’Università di Padova e co-autore dello studio, sottolinea come sia già in atto una tendenza all’intensificazione dei temporali estivi. Nadav Peleg, ricercatore all’Università di Losanna e primo autore, spiega che l’improvviso e massiccio arrivo di acqua impedisce al suolo di assorbirla, innescando inondazioni e colate detritiche che danneggiano infrastrutture e causano vittime. La ricerca evidenzia che l’intensificazione delle precipitazioni estreme sarà maggiore alle quote più elevate.

Con 2°C di riscaldamento medio regionale, le probabilità di eventi pluviometrici estremi nelle Alpi raddoppieranno significativamente. Gli autori dello studio ribadiscono l’urgenza di comprendere come questi eventi evolveranno con il cambiamento climatico per poter pianificare strategie di adattamento efficaci, inclusi adeguamenti infrastrutturali. Solo attraverso una profonda conoscenza dei fenomeni e un’azione tempestiva sarà possibile proteggere le comunità montane e preservare l’ecosistema unico delle Alpi per le generazioni future. La frequenza crescente di eventi come quello delle Marche è un monito che non può essere ignorato.

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