Napoli, scandalo rifiuti: scattano le prime manette

di Redazione 120 views1

 Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile e il prefetto Corrado Catenacci, ex commissario ai rifiuti della Regione Campania sono stati arrestati nell’ambito di un’operazione per reati ambientali eseguita in varie zone d’Italia dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) e dalla Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli. Ai due e’ stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari. Nella stessa operazione sono state arrestate altre 12 persone. Le accuse sono di associazione per delinquere, truffa e reati ambientali. Ci sono anche l’ ex presidente della Regione Antonio Bassolino, l’ex assessore regionale Luigi Nocera e l’ex capo della segreteria politica di Bassolino, Gianfranco Nappi, tra le persone indagate. Sono complessivamente 38 le persone indagate.

I reati ambientali
Nel corso delle indagini e’ stata accertata l’esistenza di un accordo illecito tra pubblici funzionari e gestori di impianti di depurazione campani che ha consentito, per anni, lo sversamento in mare del percolato (rifiuto liquido prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani), in violazione delle norme a tutela dell’ambiente. Il percolato veniva immesso senza alcun trattamento nei depuratori dai quali finiva direttamente in mare, contribuendo ad inquinare un lunghissimo tratto di costa della Campania, dal Salernitano fino al Casertano.

L’allarme Legambiente: pericoli anche nel Lazio
Caso Campania? C’é rischio anche nel Lazio“. Così il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati ha commentato l’inchiesta della procura di Napoli per irregolarità nello sversamento del percolato in mare che ha portato oggi all’arresto di 14 persone. “La situazione di Malagrotta è allarmante – ha spiegato – I dati dell’Arpa confermano che ci sono versamenti di percolato. Questi attraverso il rio Galeria raggiungono il Tevere e poi finiscono in mare. E’ estremamente grave. Al momento i valori registrati sono superiori da 50 a 200 volte a quelli stabiliti dalla legge“. “Il Comune di Roma ha emesso un’ordinanza a novembre del 2010 per mettere in sicurezza gli impianti ed evitare l’inquinamento delle falde acquifere – ha aggiunto Parlati – ma al momento non ci sono notizie dell’inizio dei lavori. Anzi la società che se ne dovrebbe occupare ha fatto ricorso al Tar“.

Il Wwf sui poteri straordinari
Troppo spesso i poteri straordinari per gestire l’emergenza generano un’emergenza legalità“. Lo dice il Wwf Italia che, commentando i 14 arresti di oggi da parte della procura di Napoli, ricorda che “con strumenti ordinari 7 quartieri del capoluogo partenopeo hanno fatto in media il 67% di differenziata“. Secondo il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni, “se le accuse verranno confermate dalla magistratura ci troveremmo di fronte al tradimento della fiducia da parte di pubblici amministratori“.
Ancora una volta, afferma Leoni, “i poteri straordinari invece che servire per risolvere un’emergenza pur con corsie preferenziali, rischiano di trasformarsi essi stessi in una ‘emergenza per la legalità’ “. I reati contestati, prosegue il Wwf, sono “gravissimi” e dimostrano quanto sia “fondamentale” il ruolo della magistratura nella difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, già evidenziato oggi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Interventi risolutivi, dice Leoni, possono essere “perseguiti con strumenti ordinari”.

Il porta a porta
Esiste una parte della città di Napoli – ricorda il presidente del Wwf – che ha dimostrato di poter raggiungere livelli di raccolta differenziata comparabili con le più efficienti città europee. Con un progetto avviato due anni fa dal Wwf, sette quartieri napoletani col ‘porta a porta’ hanno realizzato il 60% di raccolta differenziata con punte oltre il 90%. Un dato che, se applicato, consentirebbe alla città di togliere 27.000 tonnellate di rifiuti dalla discarica al mese.

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