Cinque anni soli su un isola nell’Atlantico

Soizic e David sono una coppia molto particolare, da cinque anni hanno deciso di vivere sull’isola di Quéménès, a largo della costa bretone, nella regione del Finistère. Detto così può sembrare quasi una passeggiata, ma l’isola di cui parliamo è un fazzoletto di granito di 1500 metri per 400 di larghezza, senza un albero, battuta dal vento e dall’oceano per gran parte dell’anno.

Tutto ha inizio nel 2004, quando il Conservatoire du Littoral acquista l’isola ormai deserta dopo la morte dell’ultimo agricoltore che vi era rimasto – un certo Henri Tassin. Questo ente pubblico cercava una coppia di giovani che avesse il coraggio di abitarvi, di coltivare la terra, allevare degli ovini considerati praticamente estinti, a tentare una forma di autarchia energetica, e ad aprire delle chambres d’hôtes per turisti in cerca di vacanze stile Robinson Crusoe.

Alla fine la scelta era caduta su loro due che all’epoca avevano 25 e 31 anni. La loro avventura è iniziata nel 2007, quando il Conservatoire du Littoral ha restaurato le case in pietra dell’isola dotandole di mezzi per rendere l’isola completamente autonoma in termini di acqua e di produzione d’elettricità – in totale per l’isola tra acquisto e lavori successivi sono stati spesi 1,3 milioni di euro.

L’isola ha una piccola centrale eolica da 2.500 watts e 70 m2 di pannelli fotovoltaici – per una potenza di 6.200 watts -, un parco di batteria per immagazzinare la produzione elettrica, un sistema di pompaggio dell’acqua dalla falda freatica, più un sistema di recupero dell’acqua piovana – in Bretagna piove spesso -, più un sistema di potabilizzazione dell’acqua e degli scaldabagno solari.

Qui la copia coltiva le patate. Ne raccolgono ogni anno tra i 10 e le 15 tonnellate. Un lavoro indispensabile perché rappresenta il 45% del loro reddito – calcolato in circa 80.000 euro. Questo perché i due non sono sul libro paga del Conservatoire du Littoral.

Il resto delle loro entrate proviene dalle tre chambres d’hôtes presenti sull’isola e dalla raccolta d’alghe che rivendono alle industrie agroalimentari o farmaceutiche. Loro sembrano essersi adattati molto bene alla loro nuova vita, tanto e vero che hanno pure fatto due figli – del resto sull’isola non ci sono molte distrazioni…

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