Il Santuario dei Cetacei è condannato: l’accusa di Greenpeace

di Redazione 27 views0

Ci eravamo occupati, esattamente un anno fa, del Santuario dei Cetacei in Liguria, messo in pericolo dalle politiche economiche e ambientali dell’Italia. Oggi, arriva da Greenpeace la mera constatazione: <"Il Santuario dei Cetacei sembra ormai condannato, come Greenpeace avvisa da tempo“. Così i dirigenti di Greenpeace spiegano le ragioni della protesta che gli attivisti dell’associazione ambientalista hanno realizzato ieri mattina incatenandosi alla nave che sta lavorando alla costruzione del Rigassificatore. “Ed è proprio il Governo italiano – aggiungono in un comunicato – il principale responsabile del suo collasso, violando gli accordi presi con Francia e Monaco. Proprio in queste settimane sono iniziati i lavori per il rigassificatore offshore di Livorno/Pisa che sarà la prima Area Marina Industriale collocata proprio all’interno della zona tutelata dall’Accordo sul Santuario dei Cetacei“.

IL SANTUARIO DEI CETACEI
Si tratta di un’area protetta solo sulla carta – spiega Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare per Greenpeace – Le balene se ne stanno andando mentre lo stato di degrado dell’area aumenta a causa del traffico navale, dell’inquinamento e, ora, della costruzione del primo sito industriale in mare“. La situazione è, secondo Greenpeace, critica: durante il censimento condotto nel 2008, Greenpeace ha trovato solo un quarto delle balenottere “attese”, mentre la popolazione di stenelle sembra dimezzata rispetto ai valori registrati agli inizi degli anni ’90. ”L’Italia – aggiunge Greenpeace – non è quindi molto meglio del Giappone che, dopo aver aderito alla moratoria per la caccia alle balene, trova poi il modo di ucciderle per ‘scopi scientifici‘”.

LA RIMOZIONE COATTA DEGLI ATTIVISTI
Due dei tre ambientalisti che si sono incatenati alla gru del rigassificatore, secondo Greenpeace, “sono stati rimossi in modo brutale e rischioso“. “C’é stata una rimozione coatta di due attivisti – afferma l’ organizzazione ambientalista – senza rispettate le procedure di sicurezza. Questo intervento ha messo in pericolo i nostri volontari pacifisti. La ragazza è stata brutalmente sollevata e trascinata via dalla gru. Il terzo attivista è ancora appeso, la polizia non riesce a raggiungerlo e per farlo hanno chiesto l’ intervento dei vigili del fuoco“. Greenpeace sottolinea che la polizia aveva dato due ore di tempo ai volontari per contattare il ministro dell’ ambiente Stefania Prestigiacomo e fissare un incontro, invece “la rimozione è avvenuta 30 minuti dopo l’ inizio della nostra azione“.

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