Inghilterra, gli animali selvatici sono banditi dal circo

di Redazione 312 views0

Dal 2011 in Inghilterra è stato avviato il tentativo di bandire gli animali selvatici all’interno dei circhi e finalmente si è arrivati a qualche risultato, dal 2015 saranno banditi definitivamente.

Il Governo inglese ha accolto la richiesta del Parlamento, avanzata già nel 2011, di bandire dai circhi gli animali selvatici. Il Ministro dell’Agricoltura David Heath ha anche motivato la scelta di far partire il divieto dal 2015: bisognerà cercare una sistemazione per gli animali tutt’ora presenti nei circhi.

In Inghilterra sono pochi, in realtà, i circhi che hanno mantenuto animali selvatici e sono solo venti gli animali in cerca di sistemazione tra cammelli, zebre e serpenti. In Italia sembra che la strada per arrivare a questo cambiamento radicale sia ancora molto lunga, mentre in Inghilterra già da tempo la battaglia contro la presenza di questi animali nei circhi va avanti da diverso tempo.

Portati via da loro habitat naturale, gli animali che vivono in un circo sono sottoposti ad un regime di vita completamente estraneo alla loro natura. Nel Regno Unito dopo alcuni sondaggi è emerso che oltre il 90% della popolazione era favorevole a questa iniziativa, che restituiva il benessere agli animali, soprattutto dopo la diffusione di alcune testimonianze sul maltrattamento di questi. In particolare, un video in cui si mostrava il maltrattamento di alcuni elefanti aveva fatto indignare la popolazione e in molte città inglesi era stato vietato di offrire lo spazio ai circhi con animali. Il divertimento, dopotutto, non dipende dall’esibizione di un orso o di un elefante, che preferirebbero di gran lunga vivere in condizioni più adatte alla loro natura, nel loro habitat, senza imposizioni nè maltrattamenti di alcun genere.

Si tratta di un grande passo compiuto dalla Gran Bretagna, che dovrebbe essere da esempio per tutti gli altri Paesi in cui, purtroppo, gli animali vengono tutt’ora utilizzati per dar vita a spettacoli mortificanti, che nel 2013 non dovrebbero divertire più nessuno.

Photo Credits | Thinkstock

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