Specie sconosciute: spedizione in Nuova Guinea

di Redazione 62 views0

Quante specie ci sono sulla terra? Come preservare quelle che non conosciamo? Degli scienziati di tutto il mondo esploreranno per tre mesi la Papua Nuova Guinea per cercare di rispondere a questa domanda.

Noi siamo la prima generazione ad aver preso coscienza del fatto che solo due dei dieci, venti o forse trenta milioni di specie esistenti sono conosciute. E probabilmente la metà di queste specie sarà estinta entro il 2100.

C’erano stati altri programmi di spedizione come questo: nel 2006 nell’isola d’Espiritu Santo nell’arcipelago delle Vanuatu, poi nel 2009/2010 nel Mozambico e Madagascar. Altri punti caldi della biodiversità come la Papua Nuova Guinea.

A partire dal mese di ottobre, centinaia di scienziati, tecnici, artisti e assistenti locali setacceranno il nord-est della Nuova Guinea. Un’esplorazione che toccherà le profondità del mare di Bismarck – si scende anche a 1.200 metri di profondità – così come la cima del Mont Wilhelm a 3.800 metri di altezza, passando per la barriera del triangolo del corallo e le foreste costiere.

L’obiettivo è quello di raccogliere un gran numero di campioni di flora e fauna: invertebrati marini e terrestri, funghi, alghe e piante. Ovviamente sarà necessario creare una sorta di centro di raccolta dove i campioni verranno esaminati da un nutrito gruppo di scienziati con l’obiettivo di stabilire se i campioni corrispondono a specie conosciute.

La prima spedizione all’isola d’Espiritu Santo ha prodotto 117 pubblicazioni di ricerca ed alla scoperta di 103 nuove specie. Si trattava principalmente di insetti – 35 -, crostacei – 26 – e di molluschi – 22 -, ma anche, molto più rari, sette vertebrati, tra in un gecko scoperto solamente dopo avere fatto schiudere in un terrarium un uovo sconosciuto trovato nelle isole Vanuatu.

Nel 2009, le foreste della costa nord del Mozambico, fino ad allora mai esplorate da scienziati, hanno consegnato la bellezza di 28 nuove specie di piante.
La spedizione in Nuova Guinea potrà essere seguita a distanza sul sito http://laplaneterevisitee.org.

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