Accordo sugli indennizzi per la marea nera del Golfo del Messico

di Redazione 66 views0

Il gigante petrolifero britannico BP verserà quasi 8 miliardi di dollari a seguito di un accordo che ha regolato una parte del contenzioso dovuto all’esplosione nel golfo del Messico della piattaforma Deepwater Horizon nel 2010. Il compromesso annunciato venerdì scorso permette di indennizzare delle imprese private della zona colpite dalla marea nera che ha seguito la catastrofe, come i pescatori. Questo accordo però non copre la maggior parte del contenzioso.

Come precisa il giudice Carl Barbier:

L’accordo proposto non include le cause intentate contro la BP da parte dal ministero americano della giustizia, o da altre agenzie federali, o da Stati e altre collettività locali.

L’accordo non prevede dei limiti massimi agli indennizzi di ogni vittima, ma comunque la BP ha valutato che gli costerà 7,8 miliardi di dollari. Secondo Bob Dudler – è il direttore generale della multinazionale -, questo accordo segna

un netto passo in avanti nella gestione delle conseguenze dell’incidente ed una crescita dei nostri sforzi per migliorare la situazione economica ed ambientale nel Golfo del Messico.

Intanto l’amministrazione USA sta affilando le armi: il portavoce del dipartimento della giustizia Wyn Hornbuckle ha sottolineato che, anche se il ministero

restava aperto alla firma di un accordo equo, è totalmente pronto a perorare la sua causa davanti ad un tribunale.

BP ha precisato che il denaro necessario a rispettare l’accordo verrà preso dai fondi messi da parte dal gruppo nel 2010 per indennizzare le vittime della marea nera – complessivamente dell’ordine di 20 miliardi di dollari. BP ha già versato più di 6 miliardi di dollari alle 220.000 persone che hanno scelto di essere indennizzate con una procedura d’urgenza. Pulire il mare gli è costato altri 13,6 miliardi di dollari.

Il gigante del petrolio ha recuperato cinque miliardi di dollari da alcuni subappaltatori. E la fattura potrebbe essere ancora più pesante, visto che ci sono ancora da stabilire le responsabilità dell’incidente. Il proprietario svizzero della piattaforma Transocean ed il gruppo di servizi petroliferi Halliburton, che aveva realizzato alcune parti in cemento, sono già stati ritenuti colpevoli di aver ignorato i segni premonitori della catastrofe.

Se ci sono state colpe gravi, le imprese che hanno lavorato alla piattaforma potrebbe pagare decine di miliardi di dollari in multe federali.

Photo credits | Thinkstock

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