Gli sviluppi del caso Solyndra: un nuovo guaio per Obama

di Redazione 50 views0


La Solyndra è un’azienda californiana produttrice di pannelli solari fallita nello scorso mese di agosto lasciando a casa oltre mille americani. Facendo sparire l’incentivo che pochi mesi prima gli aveva elargito l’amministrazione Obama: 535 milioni di dollari in prestiti garantiti. Ovviamente i repubblicani hanno preso al volo l’occasione per lanciarsi contro il piano per le rinnovabili dell’amministrazione Obama.

Un bel danno, ma nulla a che vedere con quelli che d’ora in poi il crack della Solyndra rischia di fare alla leadership democratica: negli ultimi giorni – grazie all’inchiesta federale promossa sul tema –, sono emerse una serie di mail provenienti dagli uffici della Casa Bianca.

Sotto la lente degli investigatori è finito in particolare Steven J. Spinner, funzionario del Ministero dell’Energia americano e prima membro dello staff di Barack Obama durante la vittoriosa campagna presidenziale – aveva raccolto da solo più di mezzo milione di dollari.

Il materiale pubblicato mostra uno Spinner in continua pressione sugli uffici governativi e del ministero, a cui spediva mail di questo tenore:

Ho il fiato sul collo dell’Ufficio del Vice Presidente e della Casa Bianca.

Apparentemente sembrava impegnarsi su questo tema perché cercava di arrivare ad una vittoria politica per il presidente Obama, visto che questo sarebbe stato il primo prestito approvato dall’amministrazione democratica.

Eppure questo funzionario non avrebbe dovuto occuparsi dell’azienda californiana, visto che si trovava in una chiara situazione di conflitto di interessi – che negli Stati Uniti, a differenza dell’Italia è una cosa seria –: sua moglie Alison – di mestiere avvocato – ha lavorato per lo studio legale Wilson Sonsini Goodrich & Rosati, il rappresentante della Solyndra nella pratica di finanziamento federale.

Anche se si tratta solo di un uomo di secondo piano del team di Obama, la notizia rappresenta un altro colpo alla credibilità del presidente USA e della sua amministrazione. E questo potrebbe essere solo l’inizio, visto che il Dipartimento di Giustizia americano sta continuando le sue indagini: qualcuno dice già che Solyndra avrebbe fornito false informazioni per ottenere l’aiuto federale, e l’amministrazione non avrebbe verificato come doveva le garanzie fornite dall’azienda californiana.

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