L’inganno del farmaco miracoloso

di Redazione 73 views0

 Da sempre l’uomo è alla ricerca del farmaco universale che cura tutti i malanni e mantiene sani. Ciò vale anche per gli animali che amiamo; chi frequenta i giardinetti con il proprio cane sa perfettamente che i consigli non mancano: «Il mio veterinario (il più bravo del mondo) gli ha prescritto questo…. ora sta benissimo, se lo faccia prescrivere anche lei». La generalizzazione è comunque il male minore, poiché è facile capire che ogni farmaco possiede un’indicazione ben specifica per una determinata patologia e per un singolo animale.
Il rischio è di non essere compresi; avevo uno zio che con le medicine faceva sempre di testa sua.

Cattiva interpretazione
La sua teoria poteva riassumersi nell’assioma «se una compressa al giorno mi fa guarire in dieci giorni, dieci compresse mi faranno guarire in un giorno», inutile dire che finì più volte in pronto soccorso. A proposito di cattiva interpretazione ricordo un grosso cane ” da pagliaio” che presentava gli evidenti sintomi di rogna sarcoptica, una patologia della cute assai pruriginosa e contagiosa. Spiegai al proprietario, con attenzione, come il cane dovesse essere trattato; all’epoca non esistevano tutti i farmaci di oggi e la terapia si basava sull’impiego di antiparassitari in povere, che venivano sciolti in acqua ed utilizzati per bagni o spugnature.

Ma quanto ne metteva
Mi raccomandai di adoperare guanti di gomma, di evitare il contatto con gli occhi e di stare attenti al dosaggio. Sperando di essere stato chiaro dissi al proprietario del cane che ci saremmo rivisti dopo un mese, e così fu. Il grosso «taboj» si presentava in ottime condizioni, il pelo stava ricrescendo, la cute appariva rosea e priva di croste, non potevo che essere soddisfatto del risultato della terapia. «Ha avuto difficoltà a trattarlo ?», «No, dottore, nessun problema, solo che un barattolo non è bastato ho dovuto comperarne un altro» . Ne fui sorpreso. «Ma quanto ne metteva in un litro di acqua?» ,«Un misurino, come aveva detto lei, però per sicurezza gliene mettevo anche uno nella pappa». Evidentemente c’è un Dio anche per gli sprovveduti!
Un articolo di Cesare Pierbattisti Presidente dell’Ordine dei veterinari di Torino
Fonte: La Zampa.

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