Wores: la lana per la bonifica delle aree inquinate da petrolio

di Redazione 169 views0

 Le idee rivoluzionarie non nascono solo nella Silicon Valley. Il progetto per bonificare le acque inquinate dal petrolio usando un prodotto ecologico come la lana ha preso vita in un box di Biella dove, su suggerimento del presidente della locale Unione industriali Luciano Donatelli, e’ stata riscoperta la capacita’ della lana grezza di assorbire olii in quantita’ 10 volte superiore al proprio peso.

Il progetto Wores
Il progetto ‘Wores‘, brevettato dalla societa’ Gruppo Creativi Associati, prevede un kit da allestire ‘su misura’ su qualsiasi imbarcazione che sparge i fiocchi di lana sulla macchia di petrolio. Una volta inzuppata, viene poi recuperata da un nastro trasportatore e strizzata. Il procedimento consentirebbe cosi’ di raccogliere e recuperare gli idrocarburi (da stivare in un serbatoio) e la stessa lana, pronta a una nuova operazione. Le fibre possono essere riusate fino a piu’ di dieci volte, per poi essere smaltite in un termovalorizzatore.

Le proprietà della lana grezza
Considerata uno scarto, perche’ priva di usi industriali, la lana ‘sucida’ (non trattata), oltre a raccogliere olii e petrolio, e’ al tempo stesso idrofoba, ovvero non assorbe l’acqua, condizione essenziale per essere applicata nel caso di sversamenti e maree nere. La capacita’ della lana di raccogliere gli olii era conosciuta fin dall’antichita’. In tempi recenti, anche i meccanici e i piloti la usavano per pulirsi. Ma a ispirare Donatelli in una notte dello scorso agosto, ”sconvolto dalle immagini del disastro del Golfo del Messico”, e’ stato un ricordo d’infanzia e una banale disavventura con della nafta finita in un laghetto.
La reminescenza, immediatamente comunicata al direttore dell’Associazione Tessili e Salute di Biella Mauro Rossetti, e’ stata immediata testata nel garage, per poi essere affidata all’ad di Tecnomeccanica Biellese Mario Plomer e a un team di tecnici e ingegneri per la progettazione del sistema tecnologico.

Le capacità di recupero di Wores
Siamo in grado di recuperare con 10 tonnellate di lana sucida ben 950 tonnellate di petrolio, pari a 6.350 barili – ha spiegato Rossetti –. Petrolio che e’ poi direttamente processabile in raffineria’‘. Il kit progettato per un’imbarcazione da 50 metri e pronto per diventare un prototipo, ”prevede un serbatoio di un milione di litri, una stiva per 10 mila chili di lana sucida e una seconda stiva per la lana esausta. Costerebbe un milione di euro, spesa recuperabile con 10 ore di lavoro”, ha illustrato Ploner. Ora ”aspettiamo un partner che ci aiuti a mettere a regime il progetto a livello industriale – ha concluso Donzelli – perche’, anche se nato per motivi ecologici, il sistema e’ vantaggioso anche a livello economico. Dovrebbe essere in dotazione su qualsiasi nave”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>