Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia -parte terza-

di Redazione 127 views0

 Gli scavi del Parco Archeologico di Baratti e Populonia non hanno ancora oggi portato in luce l’abitato dei secoli V-III a.C. fatta eccezione per i due circuiti murari: il più antico, del V secolo a.C., cioncava la sommità del promontorio con una possente muraglia in opera poligonale, mentre, quello del IV-III secolo a.C. è di dimensioni assai maggiori e arriva a comprendere l’intera acropoli e buona parte dell’abitato che, in questo periodo, si doveva essere esteso anche lungo le pendici del rilievo principale. Sembra che questa importate muratura andasse a segnare i limiti della città abitata lasciando fuori i quartieri industriali e le necropoli.
Della conquista romana di Populonia si conosce assai poco dalle fonti, ma è certo che orami nel II secolo a.C. l’antica città etrusca fosse ormai nell’orbita politica di Roma.
NelParco Archeologico di Baratti e Populonia i resti monumentali recentemente venuti alla luce con gli scavi indicano che la parte centrale dell’acropoli fu interessata da un grande progetto urbanistico che dette un nuovo volto alla città, ormai pienamente romano.

Tre grandi templi
Tre grandi templi si affacciano su un’ampia piazza, dalla quale si diparte una via lastricata che conduce verso un monumentale terrazzamento scandito da una facciata a arcate cieche, noto come edificio delle Logge. La strada non reca segni di alloggi per le ruote dei carri e la sua pendenza indica che probabilmente era calpestata solamente a piedi.

Stanze lussuose
Sul grande terrazzamento, alla cui base si estende una serie di ambienti, si articolavano ninfei e altri impianti termali. Si trattava di stanze lussuose, decorate con stucchi e intonaci dipinti ad imitare brecce marmoree differenti e i pavimenti erano decorati da mosaici, fra cui quello marino con scena di naufragio visibile oggi al museo Archeologico di Piombino.

Un altro tempio
Sulla sommità di questo sistema di terrazze doveva trovarsi ancora un altro tempio: il complesso edilizio nel suo insieme costituiva probabilmente un santuario. La divinità cui tutto questo era dedicato è forse da individuare in Venere.

Gli scavi
Gli scavi indicano che la città dalla metà del I secolo a.C. dovette subire una colpo d’arresto, forse riconducibile alla distruzione Sillana. Il geografo greco Strabone alla fine del I secolo a.C. parla di un’acropoli di cui restano solamente i templi e di un vivace porto e una ricca campagna. Gli scavi sulla spiaggia di Baratti indicano come nel corso dell’età imperiale (II-III secolo d.C.) e nella tarda antichità (IV-VI secolo d.C.) sulle rive del golfo la vita ancora ferveva intorno alla strada che doveva unire la città bassa di Populonia alla via Aurelia, situata nell’interno.

Per maggiori informazioni visitate il sito web del Parco Archeologico di Baratti e Populonia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>