Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia -parte seconda-

di Redazione 125 views0

 Il Parco di Baratti e Populonia, nella sua dimensione attuale è il frutto degli scavi archeologici condotti negli anni passati dalla Soprintendenza Archeologica e, tra il 1996 ed il 1998, dalla Società Parchi Val di Cornia.
Tra le più note città Etrusche, Populonia si affermò, a partire dall’età del ferro (IX secolo a.C.), come punto di approdo e luogo strategico di incontro tra le rotte tirreniche che collegavano la Sardegna con la Corsica e l’Etruria, esercitando allo stesso tempo un controllo sui giacimenti minerari del campigliese, attualmente visitabili nel Parco Archeominerario di San Silvestro.Tra il VI ed il IV secolo a.C., Populonia divenne il principale centro siderurgico del Mediterraneo nella lavorazione dell’ematite, minerale di cui l’Isola d’Elba, situata proprio di fronte a Populonia, era ricca. Populonia si articolava in una una città bassa e una città alta, cioè in una zona incentrata sul porto sulle attività metallurgiche (situata al di fuori del circuito murario), e in un’Acropoli, con le abitazioni e i templi, sulla sommità del promontorio.

Le necropoli
Le necropoli del Parco Archeologico di Baratti e Populonia oggi visitabili si trovano sui primi rilievi e sulla pianura affacciata su golfo di Baratti.
Nell’area più prospiciente il mare si estendono le necropoli del VII- V secolo a.C. Si tratta di tombe monumentali, a tumulo o a edicola, appartenute agli esponenti più di spicco della società Populoniese. Accanto a queste ricche tombe familiari si distribuiscono una serie di sepolture a sarcofago che segnano la presenza in quest’area di una diffusa ricchezza fino al V-IV secolo a.C.

Tombe etrusche scavate nella roccia
Sulle colline retrostanti si trovano, invece, le necropoli del IV-III secolo a.C.: si tratta delle caratteristiche tombe etrusche scavate nella roccia, accessibili attraverso profonde scale rupestri. Alle sepolture si intervallano cave per l’estrazione della pietra panchina, una morbida arenaria locale, che per secoli è stata utilizzata a Populonia per la costruzione degli edifici pubblici, delle mura e delle tombe monumentali.

L’abitato di Populonia
Nel Parco Archeologico di Baratti e Populonia la più antica testimonianza dell’abitato di Populonia risale al IX secolo, quando sulla sommità del Promontorio furono costruite grandi capanne. L’insediamento in quest’area, subì numerose trasformazioni fino al VII secolo quando venne abbandonato. All’interno di una fossa che ospitava il palo centrale di una delle capanne sono state rinvenute numerose coppe che furono utilizzate, evidentemente, per un brindisi, forse la celebrazione di un rito legato alla distruzione della capanna stessa.

Per maggiori informazioni visitate il sito web del Parco Archeologico di Baratti e Populonia.

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