Intervista a Hans Ruesch – parte sesta

di Redazione 76 views0

 D: Come la mettiamo con la chirurgia? Come si può sviluppare la destrezza manuale senza prima esercitarsi sugli animali?
R: Permettete una controdomanda: vi lascereste operare da un veterinario? Perché no? Vi risponderemo con le parole di Lawson Tait, il grande chirurgo inglese che alla fine del 19o secolo sviluppò tutta una gamma di tecniche operatorie fondamentali seguite ancora oggi. Dopo anni di allenamento su animali, Tait finì per sconfessarne totalmente la validità e si elevò contro la sperimentazione sugli animali con una vera e propria campagna di conferenze e pubblicazioni intese per i propri colleghi. Scrisse tra l’altro: “Come metodo di ricerca, la sperimentazione su animali vivi ha condotto tutti coloro che l’hanno praticata a conclusioni errate, e i loro rapporti abbondano di casi in cui non solo animali sono stati inutilmente sacrificati, ma dove in seguito a questi errori, anche molti esseri umani si sono aggiunti al numero delle vittime”.

Operazioni chirurgiche
D: Allora come fa un chirurgo ad acquisire la destrezza manuale che gli occorre?
R: Abel Desjardins, già professore di chirurgia al’Università di Parigi, ha risposto a questa domanda una volta per tutte nel corso di una conferenza a Ginevra.: “Si comincia come assistente di un chirurgo esperto. Dapprima si osserva, poi si assiste il chirurgo esperto, un gran numero di volte. Sarà lui che deciderà quando l’allievo può passare alla sua prima operazione. Si comincia con casi semplici, in cui s’invertono i ruoli, è il maestro che osserva, pronto a intervenire se l’allievo fa uno sbaglio o è in difficoltà. Si passa progressivamente a casi più complicati. È questo il metodo per la formazione del chirurgo e io sostengo categoricamente che non ne esistono altri. L’esercitazione su cani, come venne provato una volta, non può condurre che a fallimenti pietosi. Un chirurgo cosciente della sua arte non può appendere niente da tali pratiche, al contrario, diventerà un chirurgo pericoloso”. (Per maggiori dettagli, v. capitoli “Chirurgia”e “Formazione del chirurgo” in Imperatrice Nuda).

Manipolazione dell’informazione
D: Se è come dite, perché questi fatti non sono generalmente conosciuti?
R: Perché l’informazione pubblica, soprattutto in medicina, è manipolata, non solo dai mass-media, ma anche dalle lobbies, i gruppi di pressione al soldo del business petrolchimico che in ogni paese lavora in collusione con le autorità sanitarie e il corpo medico. È una coalizione altrettanto potente quanto lo fu in passato la Chiesa del medioevo. In svizzera, per esempio, l’industria chimica, ancor più che nelle altre sedicenti democrazie, è così potente che si identifica con il potere politico. Scrisse un umorista tedesco: “In Svizzera non c’è censura, però funziona”.

Manipolazione dell’industria
D: Vorreste insinuare che non tutti i medici s’ispirano ad alti ideali umanitari, al punto da lasciarsi a volte manipolare dall’industria?
R: Proprio così. Mediante generose donazioni in nome del “progresso medico”, l’industria chimica si assicura la complicità delle Facoltà universitarie, tanto che queste si guardano bene dal rivelare agli studenti di medicina che la salute non la si acquista in farmacia e tantomeno lasciandosi iniettare veleni nel sangue fin dalla nascita, ma che dipende unicamente dagli alimenti che si ingeriscono, dai liquidi che si bevono e dall’aria che si respira. Medici onesti e intelligenti che prescrivono rimedi naturali, comprovatamente sicuri ed efficaci, vengono denunciati come “ciarlatani” dai ciarlatani che dirigono la medicina istituzionalizzata e rischiano l’espulsione dall’ordine dei medici, se non addirittura la prigione.
fonte: http://www.hansruesch.net/articoli/D&R.htm

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>