Vivisezione, intervista a Hans Ruesch – Parte 2

di Redazione 50 views0

 D: I test sugli animali non possono dirci, per esempio, se un nuovo farmaco causerà delle deformazioni al feto?
R: Possono solo disinformarci, come è accaduto con il Talidomide – che fu il primo caso, e per questo il più noto e il più clamoroso, di tutti quelli che seguirono. Dopo essere stato testato massicciamente sugli animali per tre anni (secondo la rivista americana Time del 13 febbraio 1962), il talidomide era stato raccomandato specificamente alle donne incinte come un calmante totalmente innocuo.
Dopo la famosa tragedia, i test sugli animali vennero moltiplicati, professatamente con lo scopo di evitare altre tragedie simili, ma con il risultato opposto: da allora i casi di neonati deformi si sono moltiplicati anziché diminuire. (Per ulteriori informazioni, vedi capitolo ”Il caso del Talidomide” in Imperatrice Nuda). D’altra parte, se l’Aspirina fosse stata preventivamente testata sugli animali, questo farmaco, che è il più diffuso e il meno pericoloso, non sarebbe probabilmente mai entrato in uso poiché è mortale per molte specie di animali. Dunque le prove sugli animali possono anche bloccare l’utilizzazione di prodotti utili per l’uomo.

Sperimentazione sugli animali è inutile
D: Allora voi considerate le prove sugli animali un errore?
R: E non siamo i soli. Migliaia di esperti indipendenti sono dello stesso avviso. Il pubblico ignora che a costoro i mass-media non danno voce in capitolo, poiché dipendono per la loro sopravvivenza interamente dalla pubblicità della petrolchimica con la massa dei suoi prodotti, che producono più dell’80% degli annunci che li tengono in vita: per cosmetici, prodotti casalinghi e di bellezza, medicinali, coloranti, smalti, vernici, gomme, pneumatici e via di seguito, dei quali la sola ditta tedesca Henkel, per esempio, si vanta d’aver sul mercato più di ottomila nominativi differenti. I mass-media non possono permettersi di diffondere notizie invise ai loro principali inserzionisti e non lasciano filtrare che le controversie diffuse dai portavoce dell’industria.

Perché si richiedono i test
D: Allora perché le autorità sanitarie richiedono questi test?
R: Le sedicenti autorità sanitarie non sono che delle marionette fornite dall’industria chimica. Dove altrimenti si troverebbero gli “esperti” di medicinali se non nell’ambiente che li fabbrica? Gli esperimenti sugli animali hanno solo lo scopo di creare degli alibi. Ogni volta che un nuovo farmaco produce un disastri, i fabbricanti possono discolparsi dicendo di aver coscienziosamente eseguito tutti i test di sicurezza prescritti. Ma guardandosi bene dal ricordare che a prescrivere questi test equivoci e fallaci erano stati essi stessi.

Nessuna garanzia
D: Volete insinuare che questi test non costituiscono alcuna garanzia per il pubblico?
R: Non solo questo. Prima dell’introduzione dei test massicci sugli animali non c’erano state le tragedie terapeutiche dei nostri giorni, che si fa di tutto per nascondere al grande pubblico. I prodotti testati su animali hanno creato un mucchio di nuove malattie.
D: Per esempio?
R: La Neuropatia Mielo-Ottica Subacuta (SMON) è una malattia molto grave de; sistema nervoso che ha condotto alla paralisi, alla cecità e anche alla morte decine di migliaia di persone, soprattutto in Giappone, dove ci sono state 30.000 vittime e una lunga serie di processi a carico dei fabbricanti di Basilea.

Più danni che benefici
D: Altri esempi?
R: Il Diethyl-Stilboestrol (conosciuto come Destilbene in Francia e DES negli Stati Uniti), un ormone sintetico estensivamente testato sugli animali e prescritto alle donne incinte per proteggerne la gravidanza, si è dimostrato capace di provocare il cancro (della vagina) alle figlie di queste donne quando entrano nell’età della fertilità (vedi capitoli “Il caso dello Stilbestrolo” e “Apprendisti stregoni” in Imperatrice Nuda). Questi non sono che due esempi in mezzo a una moltitudine. La Food and Drug Administration, l’autorità di vigilanza sui medicamenti e gli alimenti negli Stati Uniti, ha rivelato che in un anno circa un milione e mezzo di persone vengono ospedalizzate in seguito agli effetti dei farmaci e più di 100.000 ne muoiono.
fonte: http://www.hansruesch.net/articoli/D&R.htm

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