Stato dei mari e specie marine: sono 230mila le specie censite, ma il 70 percento è ancora ignoto

di Redazione 121 views0

Nei mari del mondo sono state censite 230.000 specie: 25 aree studiate, 10 anni di lavoro, 360 ricercatori provenienti da 80 nazioni. Questi, in sintesi, i numeri del primo censimento degli animali che popolano gli abissi messo a punto dal Census of marine life (Coml). Secondo i primi dati il Mediterraneo risulta al quarto posto per ricchezza di biodiversità ma è anche il mare che purtroppo – affermano i ricercatori – rischia maggiormente.
Le aree con più ‘vita’ sono il Giappone e l’Australia, entrambe con circa 33.000 specie, seguite dalla Cina con 22.000 e dal Mediterraneo – che tra crostacei, pesci e alghe – detiene una natura sommersa di 17.000 specie animali. Al quinto posto c’é il golfo del Messico – che però ha ora subito l’onda della marea nera – in cui vivono 15.000 specie. Il 70% del ‘profondo’ blu però è ancora da scoprire.

Le specie sottomarine conosciute
Per quello che si è riusciti a conoscere a dominare lo scettro dei mari va ai crostacei che costituiscono il 19% di tutte le specie trovate, seguite dai molluschi al 17%, i pesci al 12%, le alghe e i protozoi entrambe al 10%. La categoria ‘altri vertebrati’ (in cui sono contenuti mammiferi marini, tartarughe, uccelli marini) conta per il 2%.
Il pesce più ‘cosmopolita’ è un pesce-vipera che vive nel 25% della zone studiate, mentre le specie che si possono trovare in più zone sono le alghe e gli uccelli marini, che compiono viaggi di migliaia di chilometri.

Il Mediterraneo
A proposito del Mare nostrum il 7% delle specie che lo abitano sono stanziali, e non si trovano da altre parti. In questa speciale classifica, il Mediterraneo viene battuto soltanto dall’Antartide con il 15%.
Inoltre, proprio il Mediterrneo è risultato il mare più a rischio di perdere questa “ricchezza di biodiversità” sia per la presenza dell’uomo (l’area marina con il più alto numero di rotte commerciali) che per causa dei cambiamenti climatici. Dal confronto con i dati storici, infine, é emerso che alcune popolazioni hanno subito diminuzioni anche del 90%, con il rischio di perderle.

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