Energie rinnovabili: l’opportunità del business ostacolato dalla burocrazia

di Redazione 24 views0

L’industria delle rinnovabili, in un contesto di crisi economica globale, vive una fase di forte dinamismo. I numeri parlano chiaro. In Europa, nel settore elettrico, gli investimenti in rinnovabili hanno superato quelli nelle fonti tradizionali, costituendo nel 2009 oltre il 60% della nuova capacità installata. Uno scenario che non esclude nessuno: dagli Stati Uniti di Obama, che ha fatto della ‘green economy’ il suo slogan elettorale, all’Europa, fino ad arrivare a Cina e India.

LE ENERGIE RINNOVABILI IN ITALIA
E oggi, l’Italia è uno dei paesi europei con la maggior crescita delle fonti di energia rinnovabili. Lo sviluppo di nuovi impianti però ha riguardato in maniera differente le diverse tecnologie, privilegiando soprattutto l’eolico. Sull’energia del vento, infatti, il Bel paese è il terzo posto in Europa per installato, crescendo di 1000 Mw l’anno e il 2010 si dovrebbe chiudere con circa 6.000 Mw di capacità eolica installati.

GLI OSTACOLI DELLA BUROCRAZIA ITALIANA
E proprio nell’eolico cresce la capacità installata dalla società italiana Edison che recentemente ha acquistato il parco eolico San Francesco a Melissa (Crotone): 26 Mw che si aggiungono agli oltre 2.100 Mw di capacità produttiva da fonti rinnovabili che la società italiana possiede. L’opportunità di investire nelle rinnovabili è dunque al centro di ogni dibattito. Ma nonostante i risultati positivi permangono le criticità legate soprattutto alla burocrazia.

TEMPI TROPPO LUNGHI
La Pubblica amministrazione è carente” commenta all’ADNKRONOS Alessandro Casale, l’amministratore delegato di Asja Ambiente Italia, società attiva nelle produzione di energia rinnovabile, sottolineando “i tempi biblici delle autorizzazioni: è una via crucis”. Le rinnovabili “potrebbero avere uno sviluppo enorme ma facciamo fatica”. Le difficoltà del sistema paese, dunque, portano molti operatori ad investire all’estero: “Anche se ci sono tariffe meno interessanti almeno i tempi sono certi”. E paesi come la Cina, l’India e il Brasile possono rappresentare un’opportunità per le nostre aziende. Ma in Italia, conclude Casale, “non vogliamo smettere di combattere anche se il cammino è difficile”. Con buona pace delle istituzioni.

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