Rischio idrogeologico: 5500 comuni italiani sono a rischio calamità naturali

di Redazione 387 views1

 Se ne era parlato in occasione del terremoto in Abruzzo solo pochi mesi fa, eppure sono ancora 5.500 i comuni italiani a rischio calamità naturali. Un rischio che aumenta in modo vertiginoso nel sud e in Campania in particolare, dove almeno 82 comuni sono costretti a rivedere subito i loro piani regolatori.
A denunciare lo stato di pericolosità di queste aree è Antonio Coviello, docente nella Seconda Università di Napoli ed esperto del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRAT), all’ indomani della tragedia che ha colpito il messinese.

IL RISCHIO DI CINQUE TIPI DI CALAMITA’ NATURALI
In una lettera indirizzata al presidente del consiglio Berlusconi, aggiunge il ricercatore, Guido Bertolaso ha tracciato “i rischi di cinque possibili calamità naturali a cui l’ Italia potrebbe andare incontro, tra cui un’ eventuale eruzione del Vesuvio“.

IL COSTO DELLE CALAMITA’ NATURALI ALL’ ITALIA
Le catastrofi naturali – spiega Coviello – costano allo Stato due miliardi all’ anno. Un impegno che, in un Paese con un territorio in gran parte a rischio, potrebbe essere sostenuto più efficacemente con una polizza assicurativa mista pubblico-privata, coperta a livello comunitario. Il denaro ‘risparmiato’ dallo Stato verrebbe così utilizzato per prevenire tali disastri, intervenendo con politiche di risk management sul territorio”.

LE AREE A MAGGIOR RISCHIO IDROGEOLOGICO
Secondo i dati ufficiali del ministero dell’ Ambiente, sono a “rischio elevato” calamità naturali l’ 89% dei comuni umbri, l’ 87% di quelli lucani, l’ 86% in Molise, il 71% in Liguria e Val d’ Aosta, il 68% in Abruzzo, il 44% in Lombardia. Quanto alla Campania ci sono 291 comuni a rischio idrogeologico e 82 che devono subito rivedere i loro piani regolatori: otto in provincia di Napoli, sei in provincia di Avellino, quattordici in provincia di Benevento, quattro in provincia di Caserta, 50 nel Salernitano. Inoltre, circa 300 comuni necessitano un continuo monitoraggio per individuare eventuali rischi di calamità naturali legate a fenomeni di smottamenti e frane.

Dovremo attendere la prossima tragedia?

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