Da Greenpeace la mappa dei territori “nucleari” d’ Italia

di Redazione 94 views0

 Se dovesse tornare il nucleare in Italia, sarebbero pochissimi i territori che potrebbero ospitarlo. Grazie all’analisi di tre importanti mappe, ormai dimenticate, sveliamo perché lo stivale è assolutamente inadatto alle centrali nucleari.

E’ stato approvato il DDL 1195 che dà sei mesi al governo per definire i criteri per la localizzazione dei siti nucleari. Oggi Greenpeace diffonde tre “carte nucleari” per capire dove potrebbero finire le nuove centrali nucleari:
– la carta del CNEN, che era la risultante di varie carte tematiche elaborate negli anni settanta
– la mappa ENEA sulla vulnerabilità delle aree costiere ai cambiamenti climatici
– l’ elaborazione GIS per la localizzazione del deposito nazionale per le scorie nucleari

I CRITERI UTILIZZATI
Per stabilire i siti delle nuove centrali e delle scorie bisogna partire da queste carte e vedere secondo quali criteri verranno aggiornate. Un criterio è quello sismico, un altro criterio è quello della vulnerabilità delle coste per i cambiamenti climatici.

Il rapporto “Mappe nucleari per l’ Italia” fornisce una lista di aree a maggiore vulnerabilità climatica. Se questo criterio verrà adottato, dalla vecchia carta CNEN devono essere tolte diverse aree costiere e se ci fosse anche l’ indicazione di restringere l’ attenzione nelle aree a minore pericolosità sismica, rimangono pochissimi siti su cui puntare l’ attenzione: nelle province di Vercelli e Pavia, isola di Pianosa in Toscana, province di Ogliastra, Nuoro e Cagliari.

I POSTI NUCLEARIZZABILI
Montalto di Castro – Anche se la pericolosità sismica non è quella minima – rimane un forte indiziato sia per la vicinanza al mare in una zona costiera a minor rischio climatico che per le condizioni della rete. Sul sito c’ è stata recentemente una visita di tecnici dell’ azienda francese EDF. Ci aspettiamo che la regione Lazio nel suo piano energetico escluda chiaramente questa possibilità.

LE SCORIE NUCLEARI
Riguardo alla mappa per le scorie nucleari è stata elaborata nel 1999-2000 dal gruppo di lavoro ad hoc costituito all’ epoca dalla Conferenza Stato Regioni (e supportato tecnicamente da ENEA). In questo caso il rischio sismico è ritenuto meno rilevante (alcune aree sono persino in Abruzzo): le aree sono presenti in numerose regioni ma si concentrano particolarmente tra l’ Alto Lazio e buona parte della Toscana, le Murge pugliesi e la Basilicata.

“Continueremo a opporci a questa sciagurata scelta del governo e a chiedere ai candidati alle prossime elezioni europee cosa pensano del ritorno al nucleare in Italia” dichiara Greenpeace.

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