Via i gatti dall’ isola Macquarie: è ecodisastro

di Redazione 1.087 views0

 Volevano rimuovere i gatti dall’ isola Macquarie, un’ isola subantartica dichiarata patrimonio dell’ umanità, ed hanno causato una devastazione ambientale senza precedenti. La notizia è stata resa nota da un reportage del Journal of Applied Ecology lo scorso 13 gennaio.
La rimozione dei gatti ha portato ad un boom nella popolazione dei conigli – altra specie introdotta dall’ uomo – causando così una diffusa devastazione della vegetazione dell’isola. Secondo la Dottoressa Dana Bergstrom, autrice del reportage e membro dell’ Australian Antarctic Division, le immagini del satellite mostrerebbero un cambiamento sostanziale della vegetazione dell’ isola indotta dal sovrannumero dei conigli.

Si stima, infatti, che circa il 40% dell’ intera isola sia cambiata, il cui 20% riporterebbe gravi trasformazioni. L’ isola Macquarie è situata a metà strada tra l’ Australia e la piattaforma antartica: la rimozione della specie invasiva è un monito all’interferenza umana negli ecosistemi naturali, non importa quanto essi siano motivati da buone intenzioni. Una lezione, insomma, che non andrebbe dimenticata.

Il fragile equilibrio dell’ ecosistema
Gli scienziati hanno dichiarato che l’ isola Macquarie è un raro esempio delle cosiddette “cascate trofiche”, un effetto concatenato ai cambiamenti dell’abbondanza di una specie attraverso molti legami nella catena alimentare. Così come esiste l’ estinzione della specie, può così verificarsi una catastrofe dell’ ecosistema. “Ciò che è accaduto a quest’ isola è la dimostrazione che le cascate trofiche esistono – ha detto Dana Bergstrom – e che possono portare in tempi rapidi al cambiamento dell’ intero ecosistema“.
L’ isola Macquarie venne scoperta nel 1810 a causa della caccia alle foche e ai pinguini: le navi si inoltravano sin nei posti più remoti per il redditizio commercio del pellame. I gatti vennero introdotti sull’ isola per evitare che i topi e i ratti entrassero nei granai dei marinai e mangiassero le loro granaglie. Altre navi portarono poi i conigli, nel 1878, per dare ai marinai qualcosa da mangiare. I conigli erano facile preda dei gatti, che però non riuscivano a limitarne l’eccessiva riproduzione. Fu la mixomatosi, una malattia fatale per i conigli che si diffuse sull’isola nel 1968, a decimare i conigli. Nell’arco di 10 anni, infatti, si ridussero da 130.000 a 20.000 esemplari.
Tuttavia, con la scarsità di conigli, i gatti cominciarono a cacciare gli uccelli dell’isola e, nel 1985, fu necessario tracciare un programma di eradicamento dei gatti.
L’ultimo gatto dell’ isola venne abbattuto nel 2000 e la mixomatosi non riuscì più a contenere il numero dei conigli. Nel giro di sei anni, avevano alterato vaste aree dell’ isola.

Costi altissimi
La storia dell’ isola Macquarie è l’ emblema di come l’ uomo dovrebbe considerare attentamente ogni modifica apportata all’ ecosistema naturale, valutando scrupolosamente tutte le possibili concause dell’ intervento in programma.
Il costo per il ripristino – sempre che sia possibile – dell’ ecosistema originario dell’ isola è stato stimato ad oggi in 16 milioni di dollari.

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